08/06/11

In libreria il reportage di Cataluccio "Chernobyl".


Al nocciolo della tragedia


di Stefania Leo




Il disastro di Fukushima ha distrutto l'illusione che il nucleare sia una bestia che l'uomo possa domare. Ma la tragedia giapponese altro non è che la replica di un altro dramma storico: lo scoppio della centrale di Chernobyl, nel 1986.
Per questo motivo, leggere il libro di Francesco M. Cataluccio, Chernobyl, edito da Sellerio, è un'occasione in più per comprendere gli effetti del «male nucleare».
Cantaluccio, che ha lavorato per 20 anni nel settore editoriale ha voluto offrire in quest'opera un reportage sul viaggio al cuore del disastro ambientale che ancora oggi sfregia Chernobyl.
Nomen omen della città ucraina
Un villaggio abbandonato nella regione di Homel, in Bielorussia, per la contaminazione radioattiva causata dall'incidente di Chernobyl.

Il nome di questa città ha origini molto discusse. Per lo più lo si fa risalire alla combinazione tra le parole russe «chornyi» (nero) e «byllia» (steli d’erba o gambi). Il suo significato sarebbe quindi «nero stelo d’erba», ha scritto Cataluccio nella sua opera: praticamente un destino già scritto.
Altre leggende riconducono il nome della cittadina, fondata nel 1193, all’artemisia, la componente principale dell’assenzio: come se Chernobyl fosse una droga.
Nel suo libro Cataluccio ha raccolto in modo dettagliato i dati sulle origini storiche della città e sulle vicende che hanno condotto all’incidente del 26 aprile del 1986. Perché una tragedia non è mai qualcosa che accade per caso.
SPETTATORI INCOLUMI DEL DISASTRO NUCLEARE. Dalle carestie che hanno affamato il Paese alle sinergie tra contadini polacchi ed ebrei, la disamina è minuziosa e ricca di aneddoti degni della più pura ed efficace tradizione del racconto orale.
Inoltre, l’immaginazione dello scrittore, che sa come si costruiscono le storie, garantisce al libro la coesione necessaria per arrivare fino all’ultima pagina con l’impazienza di chi vuole scoprire il colpevole del giallo.
Gli abitanti di Chernobyl vivono e rappresentano la loro città come una grande e interminabile scena drammatica, che ne esalta la condizione materiale di avvelenamento e putrefazione. Ecco perché leggere il racconto equivale a partecipare al dramma nucleare, restando incolumi, come a teatro.
Cataluccio, inoltre, non ha risparmiato le note antropologiche sulle persone che risiedono illegalmente nella città e le ancora mostruose caratteristiche di flora e fauna, rendendole note al pubblico con molta discrezione e guidando la lettura con un giusto equilibro tra piacere della narrazione e documentazione storica.

Francesco M. Cataluccio, Chernobyl, Sellerio, 165 pagine, 12 euro.

Mercoledì, 25 Maggio 2011

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